Nel borgo di Ponte Lambro sorgono numerosi edifici storici; uno di questi, posto di fianco alla cascina Zerbone, assume però una particolare importanza internazionale.
L’Antica Trattoria Bagutto, sita nell’omonima cascina, è infatti uno dei due più antichi ristoranti del mondo tuttora esistenti di cui si abbia notizia. Il toponimo indicante la località dove sorge il Bagutto compare infatti in un atto notarile su pergamena del 1284, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano, nella quale Corrado Menclozio, membro di un’autorevole stirpe milanese di ascendenze longobarde, scambia con i Frati Umiliati dell’Abbazia di Santa Maria di Brera dei beni immobili nel territorio di Morsenchio “detti al berlochum o sia alla Spazzòla”, la roggia dentro le cui acque si specchiava l’osteria.
Il termine “berlochum”, di origine longobarda, significa “luogo dove si mangia” e conferma l’esistenza di una taverna dove oggi sorge il Bagutto, situata esattamente nell’allora Comune di Morsenchio e sulle rive della Spazzòla, altrimenti nominata roggia Molinara, perché azionava le ruote di molti mulini, compreso quello che stava a poche decine di metri a sud dell’osteria, mulino tuttora esistente. Il nome del locale deriva dall’antico termine lombardo “begutto”, ossia bagordo o ingordo.
Da una ricerca svolta nel 2006 risulta che il Bagutto è preceduto solamente dal ristorante Stiftskeller di Salisburgo, situato nel monastero di St. Peter e risalente all’803. Va osservato che fino al 2002 veniva segnalato come uno dei più antichi del mondo il ristorante cinese “Ma Yu Ching’s Bucket Chicken House” di Kaifeng, nella provincia di Henan, aperto nel 1153, ma recentemente non si sono trovate conferme sul fatto che sia tuttora operante.
Le origini dell’Antica Trattoria sarebbero però ancora più remote. Il Bagutto, ubicato in via Vittorini 4 (già Bonfadini 210, come ancora indicato dalla targa del vecchio civico), è situato in corrispondenza del quarto miliare della Mediolanum-Cremona (ossia l’antica Paullese, come ho già detto in un precedente articolo), arteria costruita dai Romani due millenni or sono, e pare che in origine fosse una “taberna” romana. Sul sito dei miliari, che erano pilastrelli di marmo o granito con inciso il numero progressivo indicante la distanza in miglia dal capoluogo, era infatti consuetudine che sorgessero dei punti di sosta e ristoro per i viandanti: il Bagutto era importante “stazione” presso il guado del Lambro, “casa” temporanea anche di un drappello di soldati a guardia dello strategico passaggio di fiume. Questa almeno la ricostruzione di un illustre storico, direttore per anni dell’Archivio Diocesano di Milano.

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In epoca medioevale l’hosteria del Bagutto risultava proprietà del Luogo Pio delle Quattro Marie, ente caritatevole che aveva sede al centro di Milano, nella Contrada dei Pattari. Dai proventi che gli assicuravano le possessioni in campagna, nonchè dall’affitto di case ed esercizi pubblici, l’Istituto traeva adeguata linfa per distribuire ai poveri generi alimentari, vesti ed elemosine, e doti alle ragazze da marito indigenti.
Tutti i documenti del Luogo Pio delle Quattro Marie, dal 1400 circa, sono tuttora conservati in ottime condizioni nell’archivio storico dell’Azienda di Servizi alla Persona Golgi-Redaelli di Milano, dove ha avuto inizio la succitata ricerca.
Molte le notizie ricavate dagli atti del passato, da cui emerge che, nel 1400, era “Hostaria dei gamberi”, pescati nella vicina roggia Spazzòla; nel 1580 era “Hostaria de Quattro Marie alla Canova”, gestita da Messer Bello de Panzan, osto, e Madonna Maria sua moglie; Canova era il nome del podere vicino al Bagutto, sempre di proprietà dell’Ente benefico delle Quattro Marie; demolita la cascina omonima nei primi anni Sessanta del secolo scorso, qui fu eretta una clinica, chiamata appunto delle Quattro Marie, l’attuale Centro Cardiologico Monzino.

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Sempre i documenti ufficiali attestano che il Luogo Pio delle Quattro Marie tenne l’osteria del Bagutto fino agli inizi del Settecento, dopodiché la cedette alla famiglia aristocratica dei Conti Durini; da loro passò alla metà del secolo alla famiglia Raineri, e nel 1780 ad Alessandro Merlini e suoi discendenti; dal 1871 nuovi padroni furono i Conti sino al 1894, allorché l’edificio venne acquistato da Mosé Mandelli, capostipite di una dinastia giunta ai giorni nostri.
All’esterno, ancor oggi il locale rivela le sue origini lontane nella struttura articolata, specie nelle fattezze del portico; all’interno, è conservata la saletta d’ingresso, nucleo dell’antica osteria, con un grande camino cinquecentesco.

Riccardo Tammaro