“EMERGENCY. MEDICINA, DIRITTI E UGUAGLIANZA”. Si legge questa grande scritta bianca sulla fiancata dell’autobus rosso allestito come Ambulatorio mobile che ogni martedì dalle 10.30 alle 18 si ferma in via Faà di Bruno, zona Calvairate Molise, non lontano da Piazzale Insubria. Il Polibus offre un servizio di Medicina generale, Ambulatorio infermieristico, Orientamento socio-sanitario e Supporto psicologico alle persone in situazione di necessità, in particolare a chi è senza fissa dimora, ai migranti, extracomunitari e comunitari, e alle fasce vulnerabili della popolazione.
Attiva a Milano dal 2015, la clinica mobile di EMERGENCY è presente in quattro aree diverse della città, compreso il municipio 4, con l’obiettivo di facilitare l’accesso alle cure, creando percorsi di inserimento nel Servizio Sanitario Nazionale per le persone che per ragioni diverse, come barriere burocratiche-amministrative, mancata conoscenza dei propri diritti, ostacoli linguistico-culturali, non riescono ad iscriversi.

La clinica mobile di Emergency in via Faa’ di Bruno

L’équipe è formata da medico, infermiere, mediatori culturali, psicologo; prezioso il contributo dei volontari. I pazienti aspettano il loro turno sulla strada; qui l’infermiera fa il triage poi, uno per volta, li fa entrare in sala d’attesa. All’interno del Polibus, lo spazio, pur contenuto, è ben distribuito: un ambiente per ogni esigenza. Prima della visita medica, c’è sempre il colloquio con il mediatore culturale, fondamentale per capire la situazione amministrativa e socio-sanitaria dei pazienti, oltre che il loro contesto di vita. «Il mediatore – spiega Loredana Carpentieri, responsabile del Polibus di EMERGENCY a Milano – è per tutti perché non è solo una questione linguistica, è questione di aiutare la persona a inserirsi nel Sistema Sanitario Nazionale e orientarla ai servizi del territorio». Ci sono i problemi degli extracomunitari irregolari che non riescono ad accedere al SSN o dei comunitari che non hanno i requisiti per l’iscrizione: sono solo alcune delle situazioni che vanno capite, interpretate, risolte. «Districarsi tra i vari servizi non è facile – continua Carpentieri – bisogna sapere come funzionano, non basta dire “ti do un foglio, vai, poi mi dici”. Quando possiamo, accompagniamo materialmente nei casi sanitari particolarmente difficili». Dopo il primo colloquio con il mediatore e la visita medica, i pazienti tornano dal mediatore che li aiuta a capire come mettere in pratica le indicazioni del medico: necessità di iscriversi al SSN, prenotare visite, fare cure; quando invece serve un posto per mangiare o dormire, il mediatore spiega dove andare, in alcuni casi rilascia una nota scritta da presentare ai vari servizi o si mette a disposizione telefonicamente. «Il nostro obiettivo – dice Ghebray Yohannes, mediatore culturale – è quello di rendere autonomo l’utente; altro obiettivo è spiegare in parole semplici il linguaggio del medico affinché i pazienti capiscano bene e ancora prenderli in carico in modo che possano seguire tutta la terapia consigliata».
Un grosso aiuto è rappresentato da una convenzione con ATS Milano: «In virtù di questa convenzione – dice Loredana Carpentieri – possiamo richiedere il cosiddetto codice ATP, che sta per “Straniero Temporaneamente Presente” e serve a garantire le cure urgenti essenziali o continuative ».
I pazienti che si rivolgono al Polibus provengono da molti Paesi: Marocco, Perù, Egitto, Bangladesh, Romania, Ucraina, solo per citarne alcuni; fondamentale quindi è la conoscenza delle lingue. Almeno sei, oltre all’italiano, quelle che l’équipe può utilizzare per comunicare: Arabo, Bengalese, Inglese, Francese, Spagnolo, Romeno.
Fuori dall’Ambulatorio mobile c’è un gazebo bianco: è la postazione della psicologa, altra figura di primaria importanza. «Lavoriamo con il team multidisciplinare – spiega Giovanna Bianco, Psicologa-Psicoterapeuta­ – e svolgiamo una funzione di accoglienza, filtro, valutazione rispetto a quelle che sono le problematiche psicologiche o anche semplicemente i “bisogni” psicologici delle persone che afferiscono al nostro servizio. Quando intercettiamo situazioni dove c’è un disagio che è sopra soglia, il nostro compito è di accogliere e favorire la consapevolezza dell’individuo e poi inviare ai servizi specifici del territorio, con tutte le problematiche amministrative di cui si fa carico il mediatore». La maggior parte delle segnalazioni arriva dal medico di progetto che durante la visita coglie alcuni segnali. «Il corpo – precisa Giovanna Bianco – accusa il colpo ed è proprio un’unità psicosomatica, quindi da questo punto di vista il lavoro in équipe multidisciplinare è fondamentale». Il primo contatto con il paziente e la prima consulenza avvengono presso la Clinica mobile, eventuali successivi colloqui di supporto psicologico si svolgono, se possibile per l’utente, presso lo Sportello socio-sanitario di Casa EMERGENCY, in via Santa Croce 19.
Grazie alla vicinanza con la popolazione e la fruibilità immediata, essendo ad accesso diretto, il Polibus si è rivelato prezioso anche nell’intercettare situazioni di violenza domestica sulle donne. «Ovviamente – racconta Bianco – con l’unità mobile è più facile, pensiamo alle donne che sono vittime di violenza fisica o psicologica quanto possano avere difficoltà ad andare direttamente ai centri antiviolenza, invece qui passano e noi favoriamo il contatto».
Tanto c’è da fare in una città come Milano, ma tanto l’Ambulatorio mobile di EMERGENCY ha già fatto: solo nel 2022 sono stati visitati 2139 pazienti; 9478 le prestazioni erogate.