Mind the gap: un progetto di prevenzione e contrasto della dispersione e dell’abbandono scolastico

È partito ufficialmente il 3 ottobre scorso, con l’evento di presentazione presso la scuola Meda di via Mondolfo del quartiere Ungheria, il progetto Mind the gap, promosso da ActionAid (capofila), Fondazione Mondo Digitale, Junior Achievement e Comune di Milano con il coinvolgimento di scuole e associazioni di quartiere come il Comitato di viale Ungheria.
Quali le scuole coinvolte e con quali obiettivi?
Essendo il progetto rivolto ai giovani 11- 17 anni, alle famiglie, ai docenti e a tutta la comunità educante, partecipano tre secondarie di primo grado (ICS Madre Teresa di Calcutta, ICS Via De Andreis, IC Candia) e per il momento la secondaria di secondo grado Galdus.
L’obiettivo è realizzare un intervento di prevenzione e contrasto della dispersione e dell’abbandono scolastico attraverso azioni di orientamento, sviluppo di competenze tecniche e traversali, percorsi di coesione territoriale.
La partnership tra soggetti del privato sociale e istituzioni pubbliche vuole offrire una risposta integrata al fenomeno multidimensionale della povertà educativa, agendo sulle politiche e sull’offerta dei servizi pubblici e privati.
Il progetto che durerà fino al 30 novembre 2025, si articola su tre ambiti di intervento:

  • La sperimentazione di un servizio integrato che supporti efficacemente la transizione scuola-scuola e scuola-lavoro rivolto a giovani tra i 13 e i 17 anni (l’orientamento così necessario, che spesso manca);
  • la realizzazione di percorsi complementari per l’acquisizione di competenze tecniche e trasversali: laboratori STEAM e sviluppo di idee d’impresa sociale;
  • l’elaborazione di un patto educativo di comunità territoriale.

Ciascuno di questi ambiti poi prevede percorsi di co-progettazione partecipata rivolto a giovani e comunità, percorsi formativi, formazione docenti, e così via con il coinvolgimento di 600 minorenni (400 medie e 200 superiori: 10 con disabilità, 55 con BES, 60 in povertà assoluta, 30 in carico ai servizi sociali, 55 di prima generazione, 60 di seconda generazione); 100 nuclei familiari; 100 insegnanti/educatori; 30 operatori/assistenti socio sanitari.
Chiediamo a Simonetta Tomassi, project manager di ActionAid, quali saranno le prime azioni concrete nel primo trimestre di scuola.
«L’offerta, diversificata per scuola in base alle specifiche esigenze, prevede, innanzitutto, la partenza dei laboratori nelle classi delle scuole medie e superiori nell’ambito della progettazione di idee di impresa sociale e nella loro prototipazione attraverso le STEAM (fabbricazione digitale, coding, videomaking…). Inoltre, si avviano gli incontri di comunità che coinvolgono docenti, associazioni del territorio, enti locali e famiglie, per decidere insieme come animare il CAM Mondolfo, e offrire gratuitamente e dal basso, attività educative, sportive, sociali, per giovani e famiglie nello spazio, a partire già da fine ottobre, al fine poi di firmare poi un patto tra tutti i soggetti, a tutela e difesa del benessere di ragazze e ragazzi del territorio. Sul tema dell’orientamento, nelle scuole Candia e Calcutta, sarà a disposizione uno sportello dedicato, per supportare studenti e famiglie nella fase di decisione della scuola superiore. Inoltre, a novembre, avvieremo gli incontri con figure esperte di orientamento sul territorio (insegnanti referenti, servizi sociali e comunali, genitori, giovani, altre associazioni), per immaginare insieme come dovrebbe essere un nuovo servizio che aiuti i/le ragazzi/e a compiere scelte consapevoli e motivate per il proprio futuro. Il servizio, così co-progettato, verrà realmente sperimentato nell’ultimo anno scolastico di progetto, con la speranza che abbia un impatto positivo e che possa essere riprodotto sul territorio».
Noi periodicamente seguiremo il progetto perché lo riteniamo particolarmente importante per le finalità e le azioni che verranno promosse, dando voce ai vari protagonisti coinvolti.