Alea iacta est, potremmo dire. Il 25 marzo è uscito il bando per il concorso internazionale di progettazione della nuova BEIC che dà avvio a tutto il processo che si concluderà a fine 2026 con la sua realizzazione.
Abbiamo negli anni scritto decine di articoli, l’ultimo dei quali a gennaio 2022 https://quattromilano.it/wp-content/uploads/2014/04/QUATTRO_229-.pdf, tenendo viva l’idea e la speranza di avere una grande infrastruttura culturale quale la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura nell’area dell’ex stazione di Porta Vittoria, individuata come la migliore per accessibilità e posizione. Non siamo stati in molti a crederci; anzi, a livello politico c’è stato fino a poco fa un disinteresse a volte imbarazzante su quest’opera, data per morta e sepolta. Ci fa quindi piacere che il Sindaco Sala nella conferenza stampa di presentazione del concorso abbia ringraziato quanti invece negli anni ci hanno creduto e “hanno tenuto duro”.
Adesso guardiamo avanti, a un processo che deve procedere a tappe forzate per poter arrivare alla sua conclusione nei tempi fissati. Il primo passo è dunque il bando del concorso: 123 pagine ovviamente molto dettagliate, in cui molto spazio è dato alla ricostruzione anche storica del contesto in cui la biblioteca andrà a inserirsi. Per chi vuole approfondire, il documento si trova sul sito www.nuovabeic.concorrimi.it/.
Noi in questo e nel prossimo numero riprendiamo gli elementi più importanti. In primo luogo ci occupiamo del tema della localizzazione, su cui abbiamo già espresso molte perplessità; nel prossimo numero invece parleremo del profilo funzionale e biblioteconomico, che disegnano invece una biblioteca moderna, innovativa, vero hub della conoscenza.
Premettiamo, a scanso di equivoci, che quanto scriviamo è rigorosamente preso dal testo del bando; (i commenti invece sono nostri, ma lo si capisce…)
La collocazione della BEIC
Nella immagine allegata si vede l’ambito dell’intervento, interno alla linea rossa, formato da due parti separate da via Cervignano. L’area di localizzazione dell’edificio è quella che dà su viale Molise, ha una superficie di circa 13.200 metri quadrati e si trova per la maggior parte sopra la Stazione del Passante; a livello interrato si possono quindi progettare parti dell’edificio solo nella porzione più a sud (dove adesso c’è il parcheggio a raso) su una superficie complessiva di 5.700 metri quadrati. La porzione a ovest di via Cervignano ha una superficie di circa 2.000 metri quadrati e su di essa non è esclusa la previsione di un possibile corpo aggiuntivo della biblioteca e un collegamento eventualmente aereo fra le due aree. Per il tratto di via Cervignano che separa i due ambiti, si chiede di valutarne anche la sua pedonalizzazione e la sua trasformazione in uno spazio pubblico di qualità, in grado di integrare il parco con la nuova biblioteca.
Nell’area destinata all’edificio, vi sono una serie di vincoli che ne diminuiscono la superficie utilizzabile, ad esempio al confine con il complesso residenziale esistente c’è una striscia di 5 metri di larghezza dove andrà inserita una pista ciclabile già prevista. All’interno di questa fascia va anche garantito l’accesso alle griglie del Passante Ferroviario da parte di automezzi dotati di gru per le operazioni di manutenzione, e lungo il perimetro delle griglie di aerazione dovrà essere considerata non edificabile e piantumabile una fascia di 2 metri.
Vincoli, prescrizioni, rischi e maggiori costi di progettazione e realizzazione: perché?
Nel testo del bando ci sono poi ben 6 pagine dedicate alle prescrizioni dovute alla scelta di collocare la biblioteca sopra la stazione del Passante e non nell’area originariamente destinata, ovvero fra viale Umbria e via Cervignano, all’interno quindi di un’area verde, libera da vincoli di qualunque tipo. Citiamo solo alcune prescrizioni e rischi: l’impossibilità di avere elementi di continuità strutturale tra edifici della biblioteca e la stazione, possibili interferenze durante la costruzione come eccessivo carico o anche lievi spostamenti orizzontali che possono interferire con sghembi e flessi dei binari in esercizio, vincoli sulla profondità degli scavi e la necessità di mantenere opportune distanze dalle paratie del Passante, possibili disturbi di tipo acustico e vibrazionale che potranno derivare in particolare dall’esercizio del Passante Ferroviario, ove sono presenti transiti di treni (soprattutto merci) durante tutta la sospensione notturna del servizio passeggeri. Anche durante i lavori deve essere garantito l’accesso, l’integrità e la funzionalità dei manufatti già predisposti per normali o particolari esigenze tecniche di manutenzione e/o di servizio della linea ferroviaria; i progetti delle opere interferenti con la fascia di rispetto RFI dovranno possedere per i livelli definitivo ed esecutivo decine di elaborati su cui RFI dovrà esprimersi. Qualche problema anche per il deposito, elemento fondamentale nella fisionomia della biblioteca, di 6.000 metri quadrati (e di peso notevole, immaginiamo) con una capienza minima per il deposito centrale di 2,5 milioni di volumi, la cui gestione sarà interamente automatizzata per trasferire i libri ai vari punti di prelievo: la progettazione necessita di una “risposta strutturale alle sollecitazioni/perturbazioni indotte dalla presenza del Passante in esercizio compatibili con il funzionamento del sistema di robotizzazione.”
Domanda non capziosa allora: ma quanti costi aggiuntivi ci saranno, quanti vincoli progettuali renderanno la progettazione più complicata e più limitata, quali rischi di allungare i tempi, quante risorse anche professionali oltre che economiche distolte dal progetto dell’edificio? Perché sacrificare l’opera più importante finanziata dai fondi europei, una biblioteca di livello nazionale e respiro europeo che, pur ridotta più della metà, poteva trovare nell’area ad essa destinata nel Piano Integrato di Intervento Vittoria votato ai suoi tempi dal Consiglio comunale, una collocazione più consona, all’interno di un’area verde e più tranquilla che diventava parte integrante della biblioteca?
La risposta non può essere: eh, ma il verde; la scelta di completare la realizzazione di quello che in tutti i documenti ufficiali è classificato come “parco temporaneo” anche dopo aver candidato la BEIC ai finanziamenti del PNRR (circa un anno e mezzo fa), è stata una scelta politica e quasi una sfida, a quanto pare, e purtroppo, vinta contro la ragione e la migliore qualità dell’intervento.
Non sarebbe stato molto meglio scrivere nel bando: costruitela dove volete, fate in modo che non occupi più di 7-8.000 mq di superficie coperta, e soprattutto fate in modo che sia perfettamente e completamente integrata nel parco?
segue: http://Il progetto culturale di respiro europeo della nuova BEIC