Viaggio nell’ansia comunicativa

Questo saggio è un percorso attraverso le dinamiche comunicative che hanno trasformato l’Homo sapiens sapiens nell’ipertecnologico Homo communicans, abitante privilegiato di un mondo che non fa che “parlare”. Lungo le strade moltitudini di pedoni, automobilisti, ciclisti e utenti del pubblico trasporto si muovono con uno smartphone incollato all’orecchio o sottoposto al tamburellare dei polpastrelli, mentre la televisione somministra notizie mescolate con finzioni palesi o mascherate da realtà, proponendo comportamenti e imponendo modelli, e sono numerose le trasmissioni in cui il pubblico può intervenire telefonicamente, via sms o via mail, nell’illusione di trasformare lo spettatore in momentaneo protagonista. È un crivellare denso di implicazioni che vanno conosciute e analizzate, perché, brutto da dirsi, anche gli orchi evasi dalle fiabe si trovano a perfetto agio nel nuovo comunicare, con l’atavica diffidenza che ai nostri giorni è messa in forse da fattori poco controllabili, il “non accettare caramelle dagli sconosciuti” superato dall’illusione che tutti si conoscano.
La possibilità dell’uomo di inventare sogni per dopo sognarli lo espone a molte insidie. Nell’era in cui chiunque è in grado di comunicare di tutto e tutto viene comunicato, la vita di ognuno s’è trasformata in un fluire di messaggi dei quali non sempre è facile comprendere le motivazioni, dimensionare la portata e individuare le implicazioni, in particolare quelle negative, non ultima la sconsolante certezza che dietro l’alluvione comunicativa spesso si cela una profonda solitudine. Inutile dire che la strada della consapevolezza appare complicata, ma qualche riflessione critica può contribuire a renderla meno ostica e insidiosa.