Dagli Anni ‘20 fino agli Anni ’70 (e in alcuni casi anche oltre) via Comelico vede la presenza di numerose attività produttive, anche di grandi dimensioni come la Monti e Martini in via Comelico 41 e Pirola al civico 24, che nel tempo hanno chiuso o si sono trasferite, lasciando spazio a nuovi edifici residenziali o mantenendo almeno in parte alcune strutture ex produttive (spesso situate nei cortili) e riconvertendone gli usi, nei settori della moda, del terziario e della cultura.

L’attività più longeva è stata sicuramente quella di Deborah, terminata nel 2020, a quasi cento anni di distanza dal suo insediamento in via Comelico 36. Da segnalare anche lo scatolificio Restelli al civico 44, d’angolo con viale Umbria, operante fino agli anni Ottanta.
Fra le aziende dismesse e demolite, citiamo un’officina meccanica in via Comelico 3 e numerose realtà ai numeri 15 e 17 a partire dagli Anni ’30 (Soc. Anonima di prodotti chimici del dott. Zanoni, S.A. Oxil concessionaria di saponi Achille Banfi, un Centro contabile della BNL nel dopoguerra, la Elchim, poi trasferitasi in via Tito Livio), al posto delle quali a cavallo degli Anni ’70 è stata realizzata una piastra commerciale su via Comelico e un grande complesso residenziale all’angolo con via Friuli.
Molte altre attività produttive si trovavano negli ampi cortili interni dei civici 9, 11, 13 e i capannoni sono tuttora presenti e riconvertiti.

Cortile interno al civico 3 con le pre-esistenze produttive

Una curiosità: ai civici 30 e 32 vi era nel 1940 una sede del Cottolengo di Torino, denominata “La piccola casa della divina Provvidenza” gestita da suore per l’assistenza ai malati; nel 1955 i terreni furono comprati dalla Cooperativa edile Losanna che ha poi realizzato un nuovo edificio residenziale con le facciate in clinker.

Oltre agli edifici residenziali più recenti, che hanno sostituito le preesistenti attività industriali, e ad altri stabili di abitazione, nella via sono presenti alcune ville e case unifamiliari che risalgono ai primi due decenni del secolo scorso e sono di pregevole fattura secondo lo stile del periodo.
Ne citiamo un paio: al civico 7 Villa Corbellini (1914-15), abitata dalla famiglia di Francesco De Santis, titolare della Ditta Francesco De Santis e Figli, che già prima degli anni 20 aveva aperto un negozio di ferramenta e utilizzato i magazzini per la vendita all’ingrosso del ferro in via Orobia 15, a sud dello Scalo Romana, sviluppando nel tempo una florida attività commerciale di semilavorati per aziende o costruzioni edili. Intorno al 1963 la sede di Milano chiude i battenti, mantenendo l’abitazione in via Comelico fino al 1965. Il destino della villa sembra purtroppo segnato essendo stato approvato un progetto di demolizione e ricostruzione.

Case unifamiliari ai civici 2, 4. 6, 8

Al civico 29, invece, l’ampia villa, presente già nelle guide del 1925, apparteneva ai proprietari dell’azienda Guardini e Faccincani, grossisti nel campo del pollame, con una rete di rosticcerie e negozi alimentari. Restaurata più di venti anni fa dopo anni di abbandono, è ora la sede del marchio di cravatte e accessori Zadi International.

Al momento è in corso un grande intervento residenziale in via Comelico 41 angolo viale Umbria. Ricordiamo in sintesi la storia del sito: dal 1910 al 1979 qui c’era la sede centrale, la direzione e la produzione (fino al 1933) della Monti e Martini, una grande azienda che produceva principalmente materiali isolanti dielettrici per le industrie elettromeccaniche. Negli Anni ’50 all’edificio storico si è aggiunto un nuovo edificio più moderno.
Alla chiusura dell’azienda, il complesso di via Comelico  divenne proprietà del Fondo pensioni Cariplo e  furono occupati per alcuni anni dalla industria farmaceutica Pierrel e dal 1988 al 2018 sono stati una delle sedi della Facoltà di Informatica dell’Università agli Studi di Milano, poi trasferitasi a Bicocca. Da qui nasce un’altra storia che vede il fondo Savills acquistare il lotto e cambiarne la destinazione d’uso, con un progetto che conserva intatta la facciata dell’edificio storico (tettoia in ferro inclusa) a cura dell’architetto Sonia Calzoni, di cui trovate l’intervista nel numero di marzo 2023 di QUATTRO.

Un’altra importante trasformazione/conservazione, che risale a parecchi anni fa ormai, ha riguardato il sito della Casa editrice Pirola, in via Comelico 24. La sede fu costruita nel 1928 per ospitare le attività editoriali e gli spazi per la tipografia, ampliati nel tempo, e si trovava in un isolato rettangolare, delimitato dalle vie Comelico, Friuli, Maj e Lucano. In questo caso la parte dell’edificio dedicato alla produzione è stato demolita e sostituita con un palazzo residenziale con cortile, mentre il corpo d’angolo Comelico-Friuli ha mantenuto la facciata esterna e la funzione terziario, divenendo prima headquarter di  AVIREX Europa, azienda famosa in particolare per i giubbotti tipo militare, che qui aveva anche allestito un museo aziendale e successivamente ospitando lo showroom di Premiata, marchio storico di sneakers, abbigliamento e accessori.
L’esterno dell’edificio storico, a due piani più uno seminterrato, è rivestito da un intonaco monocromo, con trattamento a finto bugnato al piano terra, e presenta decorazioni floreali a fasce e formelle in cemento.

Via Comelico 24 angolo via Friuli, edificio storico rifunzionalizzato e nuovo intervento residenziale nel lotto dell’ex Casa editrice Pirola

C’è infine un terzo edificio, quello di Deborah con ingresso principale in Angelo Maj al 19, il cui destino pare anch’esso segnato, essendoci un progetto di demolizione della parte moderna, opera peraltro dell’architetto Luigi Caccia Dominioni e del nipote Gregorio.
Ma questa storia ve la racconteremo prossimamente.

Via Comelico 36: edificio storico e ampliamento di Luigi Caccia Dominioni

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