Nel numero di dicembre di QUATTRO avevamo illustrato le “Linee di indirizzo politico per un Piano Straordinario per la Casa Accessibile a Milano” del Comune di Milano e anticipato l’intenzione di procedere con una prima indagine esplorativa volta a verificare, tramite la raccolta di manifestazioni d’interesse, la disponibilità di soggetti privati a realizzare e gestire su aree di proprietà comunale alloggi in Edilizia Residenziale Sociale Calmierata.
Così è stato e a metà dicembre è uscito l’Avviso pubblico esplorativo per 4 aree, fra cui quella di Porto di Mare (individuata come Grande Funzione Urbana) di ben 144.000 metri quadrati.
Per garantire il finanziamento dei progetti, l’Amministrazione Comunale prevede di concedere agli operatori le aree attraverso l’istituto giuridico del diritto di superficie, riservandosi, a seguito di verifica delle proposte ricevute, di valutare l’eventuale costituzione di altri diritti reali di godimento o altre forme concessorie.
La destinazione d’uso prevista consiste nella realizzazione e gestione di alloggi in Edilizia Residenziale Sociale Calmierata (ERSC), ossia in locazione permanente a canoni pari o inferiori a euro 80/mq annui, oltre che di alloggi destinati a Servizi Abitativi Pubblici (SAP), servizi di interesse pubblico o generale ed eventuali funzioni libere compatibili. Se riconosciute di interesse pubblico, le proposte potranno essere oggetto di una successiva fase ad evidenza pubblica per valutare se altre proposte possano migliorarne i contenuti.
Dal compendio interessato dal Piano Casa sono escluse le cascine Casotto (oggetto di un altro bando) e Casottello (in concessione al CIQ in via Fabio Massimo 19), le aree dell’ex discoteca Karma e il centro sportivo “Associazione calcio milanese Corvetto 1920”.
L’ambito risulta suddiviso in differenti sub-aree, esito di insediamenti avvenuti a partire dagli anni ‘50 –‘60 del Novecento con contratti di locazione sottoscritti con artigiani dal Consorzio Canale Milano-Cremona. La situazione attuale è alquanto disordinata, con edifici sorti in maniera spontanea e situazioni anche di abusivismo.
L’area è molto accessibile, vicina a infrastrutture stradali e ferroviarie (tangenziale est e stazione di Rogoredo), servita dalla linea 3 della Metropolitana e, in superficie, dalla linea 77 Poasco-Lodi M3 lungo via San Dionigi e tangenzialmente dalle linee 84 e 95.
Al confine sud dell’ambito, si estende il Parco della Vettabbia, risorsa agricola e paesaggistica dell’intera area e snodo di connessione con il Parco Agricolo Sud Milano.
Il termine per la presentazione della manifestazione d’interesse è il 17 marzo 2025 e la proposta dovrà indicare le funzioni da insediare; le ipotesi di trasformazione delle aree, nel rispetto del contesto urbanistico, ambientale, storico e architettonico; le tipologie di alloggi previste e le relative consistenze; le soluzioni gestionali proposte per le funzioni pubbliche insediate a carico del proponente; la durata proposta del diritto di superficie; il canone di locazione proposto per gli alloggi in ERSC ed eventuali pertinenze.
Nell’Avviso sono indicate le volumetrie da rispettare, complessivamente 1,1 mq/mq, di cui: 0,65 mq/mq della superficie convenzionale per Edilizia Residenziale Sociale Calmierata; Funzioni libere per un massimo di 0,35 mq/mq; Servizi Abitativi Pubblici (SAP) per almeno una quantità di superficie convenzionale pari a 0,1 mq/mq.
Le altezze degli edifici dovranno rapportarsi con il contesto, raggiungendo un’altezza massima di 6 piani; il progetto dovrà prevedere almeno il 50% della Superficie Territoriale di spazio pubblico e ad uso pubblico, di cui almeno il 30% da restituire a parco, in continuità con il parco di Porto di Mare, e almeno il 5% per funzioni sportive. La proposta progettuale dovrà inoltre prevedere una proposta di riqualificazione delle aree lungo via San Dionigi, in ottica di ampliamento del parco di Porto di Mare. Almeno il 50% della superficie dei piani terra dovrà essere destinata a servizi e commercio di vicinato.
Sarà interessante capire la risposta che ci sarà da parte degli operatori, confidando che pervengano proposte di qualità per dare una svolta definitiva a quell’area problematica e abbandonata a se stessa, facendola diventare parte a pieno titolo della città.