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L’educativa di strada è sicuramente una delle modalità migliori per avvicinare giovani e ragazzi un po’ a rischio nei loro contesti di vita, contesti non strutturati, e quindi strade, piazze, giardini e luoghi di aggregazione.
Un servizio che negli anni il Comune ed enti del Terzo settore hanno offerto senza però dare continuità e riuscire a coprire il fabbisogno.
Quest’anno, da gennaio e per la durata di due anni, il Comune di Milano, Area giovani, ha promosso e finanziato questo servizio nei 9 municipi della città, affidandolo a diversi enti qualificati in questa attività delicata.

Nel nostro municipio ha vinto il bando la cooperativa sociale Comunità Progetto e Cristina De Michele, responsabile progettazione e coordinamento di progetti, ha illustrato in una Commissione municipale quali sono le finalità del servizio e come stanno operando.
«L’educativa di strada – spiega Cristina De Michele – viene svolta da educatori professionali che stanno in strada 20 ore la settimana per incontrare ragazzi e ragazze in alcune zone che sono prossime agli insediamenti di edilizia popolare e dove i giovani hanno meno opportunità. Il nostro progetto non mira tanto al contrasto del disagio ma alla promozione della dimensione giovanile, è un progetto di contatto. Gli operatori escono sempre in due e frequentano diverse zone del municipio: piazza Ovidio/Salomone, quartiere Corvetto e quartiere Molise Calvairate. In piazza Ovidio abbiamo incontrato già un gruppo di ragazzi cui abbiamo proposto – e hanno aderito con interesse – un laboratorio rap che inizia su strada, cioè nel luogo di aggregazione e poi in una fase successiva si sposta in studio per poi realizzare la parte più pratica del testo e della musica della canzone. Sul quartiere Corvetto la Direzione giovani ci ha invitato ad avere un’attenzione particolare, quindi qui facciamo una doppia uscita settimanale, una un po’ trasversale e un’altra invece più specifica con la proposta di un laboratorio di skate; arrivano dei giovani skaters, portano delle piccole pedane per praticare skate sul marciapiede. Siamo partiti due settimane fa e sta andando molto bene. E poi abbiamo un presidio sull’area del Molise Calvairate, dove noi abbiamo uno spazio giovani, aperto, come se fosse  un pezzettino di strada al coperto – lo spazio si chiama Insubria 5 – e quindi lavoriamo a partire dalle conoscenze che abbiamo. Utilizziamo anche lo spazio come occasione di aggancio e di ingaggio dei ragazzi; in particolare abbiamo portato e valorizzato all’interno dell’educativa di strada il lavoro di boxe che facciamo con i ragazzi un po’ più grandicelli, diciamo 14/15 anni. Un nostro obiettivo è farci conoscere, farci riconoscere, e quindi accanto al lavoro educativo portiamo delle modalità di aggancio e di incontro con delle proposte che sono aggregative, anche ludiche o ricreative, che permettono anche di essere visibili sul territorio. Non è facilissimo entrare in un gruppo o farsi accettare o accogliere; con i preadolescenti è più facile, gli adolescenti sono sempre più difficili. Proviamo a favorire un sistema di relazioni dove ci sia il rispetto reciproco, il rispetto di genere, provando a tematizzare con loro quelli che sono un po’ i temi dei giovani che incontriamo su strada. Intendiamo anche porre attenzione al tema dello sport nello spazio pubblico e svilupperemo proposte di questo tipo sostenute dall’Amministrazione centrale; comunque lo sport è un contenitore molto interessante, allo stesso tempo ha un carattere sia ludico che etico che collaborativo».

Laboratorio di Skate in via Mompiani – Foto di Michele Crestani

Siamo solo all’inizio, il lavoro è impostato e molte cose succederanno nei prossimi mesi; dopo l’estate torneremo a incontrare gli operatori e ci faremo raccontare le azioni messe in campo, gli sviluppi, le difficoltà, perché l’educativa di strada può essere veramente uno strumento importante per essere vicini e sostenere  la crescita positiva di tanti ragazzi.

 

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