Lo scorso 25 maggio, il Teatro Oscar ha vissuto una serata immersiva nella musica del cantautorato italiano e internazionale, anche se con un leggero ritardo nell’inizio dello spettacolo.
Ebbene sì, colpa nostra! Dopo vari tentativi, noi di QUATTRO siamo finalmente riuscite a strappare qualche minuto di intervista a Neri Marcorè, l’eclettico artista noto per la sua versatilità, dalla musica all’imitazione, alla regia.
Marcorè, con la sua statura notevole e la sua timidezza genuina, si è rivelato un interlocutore affascinante. Il concerto acustico “Duo di tutto” portato in scena dal 24 al 26 maggio all’Oscar, ha spaziato nel mondo dei cantautori italiani e stranieri, dal folk al pop. Da Elvis Costello, Eagles, Simon and Garfunkel, Elvis Presley, e poi Fabrizio De André, Francesco De Gregori e Ivan Graziani. Si sono alternati pezzi noti e meno noti che ci hanno raccontato la formazione musicale di Neri, legata a esperienze di vita personali o semplicemente al piacere di coinvolgere il pubblico nella condivisione di un patrimonio musicale comune. Ad accompagnare Neri Marcorè in questo viaggio musicale, il suo inseparabile amico di lunga data e polistrumentista Domenico Mariorenzi.

Neri Marcorè con Azzurra Sorbi

Lo spettacolo che ha riempito il Teatro Oscar di musica e risate, è solo uno dei numerosi progetti che Marcorè porta avanti.
Neri vanta anche delle poco note origini marchigiane, raccontate però durante la performance: nato a Porto Sant’Elpidio, in provincia di Fermo, arriva da una ridente cittadina bagnata dal Mar Adriatico e da una regione plurale per antonomasia, come in fondo la versatilità del suo talento.
La nostra curiosità ci ha portato a chiedergli come fosse arrivato qui al Teatro Oscar, in questa zona specifica di Milano. Ed ecco cosa ci ha detto:
«Beh, Giacomo Poretti ha avuto un ruolo importante come promotore. Questo spettacolo è in tour da dodici anni, ma non lo faccio continuamente. Ogni anno faccio una ventina di concerti con Domenico Mariorenzi e dieci con la band, cercando di riempire i buchi all’interno dei palinsesti. Non è una tournée continua come quella de “La buona novella” che abbiamo portato avanti per tre mesi, sei giorni a settimana. Questo format è più flessibile, possiamo fare tre giorni qui e poi un concerto con la band, magari con un repertorio misto e comunque sempre diverso».
Marcorè ci ha spiegato come riesce a gestire i suoi impegni:
«Abbiamo tanti progetti diversi, è un modo di lavorare che mi piace molto, perché posso mescolare le carte e variare».
Neri, residente a Roma, ha una particolare affinità con Milano: «Mi piace molto venire a Milano, è una città organizzata e facile da vivere anche negli spostamenti. Ogni volta che capita un lavoro qui, faccio di tutto per accettarlo. La trovo una città molto ben disposta verso gli artisti».

Non poteva mancare una domanda sui suoi ultimi progetti cinematografici:
«Il 3 aprile è uscito il mio ultimo film “Zamora” e ci sono ancora una quindicina di sale in giro per l’Italia che lo stanno proiettando. È una commedia con diverse variazioni rispetto al libro da cui trae ispirazione, coniugando la Milano del lavoro e dello sport».
Le serate al Teatro Oscar sono state speciali non solo per la bravura artistica di Neri Marcorè, ma anche per la sua disponibilità (tanti i bis) e leggerezza. Un artista a tutto tondo che continua a sorprendere e deliziare il pubblico con la sua poliedricità e il suo talento sempre rinnovato.

 

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