Non si può nominare la Libreria Bocca, la più antica d’Italia, ininterrottamente attiva da 250 anni, senza evocare Galleria Vittorio Emanuele, dove la sua vetrina, oggi incastonata come una perla rara tra negozi del lusso e ristoranti, spicca dal 1936 come centro di arte e cultura del libro a Milano. Eppure da quasi cinquant’anni la storia della Bocca è intrecciata anche con la nostra zona, attraverso il lavoro, le scelte e l’idea di libro che la famiglia Lodetti, oggi alla seconda generazione di protagonisti della storica impresa, ha impresso al suo presente e al suo futuro. La storia comincia quindi anche dalle parti di piazza Martini, dove Giacomo Lodetti ha abitato a lungo e dove sono cresciuti i suoi quattro figli, e continua in via Spartaco, nei cui dintorni vive adesso Giorgio Lodetti, il figlio di Giacomo, che insieme alla sorella Monica dal 2010 gli è subentrato nella gestione quotidiana della libreria.
Giorgio, un vulcano di idee che in pieno periodo Covid si è inventato un canale Youtube con la diretta di incontri, interviste e presentazioni per allargare il piccolo densissimo spazio della Bocca (centinaia di opere d’arte contemporanea su muri, soffitto e pavimento) alla vastità della rete, racconta a ritroso, a partire dall’ultimo insolito riconoscimento ricevuto dalla libreria: «Lo scorso 4 luglio è stato emesso il francobollo celebrativo che ne ricorda la fondazione ad Asti nel 1775, la presenza a Milano fino al 1936 in Piazzetta Liberty (allora la piazzetta San Carlo che si affacciava sulla Corsia dei Servi), finalmente la sede in galleria e da allora una presenza nel cuore di Milano che è stata ed è cenacolo di incontri per artisti, collezionisti, scrittori, bibliofili, storici, galleristi, critici d’arte».
La svolta decisiva dell’ultimo mezzo secolo, in effetti, si chiama specializzazione e non poteva venire in mente che a un uomo di editoria come Giacomo Lodetti, uno che con zelo e passione dal 1966, quando era stato assunto dal principale distributore nazionale di libri Messaggerie Italiane, aveva come incarico principale tastare il polso del mercato raccogliendo le prenotazioni – in quegli anni c’erano sessanta librerie solo nel centro della città – e più tardi gestendo il gigantesco flusso di carta rilegata dagli editori ai grossisti alle librerie. Quando nel 1979 è arrivato alla storica libreria Bocca rilevando l’attività dalle Messaggerie, aveva già ben chiare le ragioni di una crisi in corso (troppi negozi generalisti tutti uguali, troppi titoli a intasare i cataloghi, troppa polarizzazione sui bestseller) e pur non potendone allora prevedere i peggiori sviluppi (l’e-commerce librario, gli indici di lettura cartacea al palo con la concorrenza dell’intrattenimento in rete e della lettura su schermo), ha intuito presto un formidabile antidoto: il libro raro, il libro d’artista e i cataloghi delle grandi mostre in tutto il mondo.
«Mio padre racconta in sintesi come è germinata l’idea in una pagina del suo libro C’era una volta il Libraio, che abbiamo pubblicato l’anno scorso per i 250 anni della Libreria Bocca. Quasi un caso: in una sola mattina quattro clienti diversi entrano e gli chiedono se ha il catalogo di una importante mostra di fotografia aperta in quelle settimane a Bologna. Non ce l’aveva, perché all’epoca quei cataloghi non erano distribuiti, ma ha rimediato: viaggio in treno a Bologna, acquisto di venticinque copie alla mostra e rivendita in Galleria. Una piccola miniera…». E l’occhio corre a una pila del magnifico catalogo della mostra su Man Ray aperta fino a febbraio al Metropolitan Museum di New York: alla Bocca c’è.
La stessa scena, viaggio – visita alla mostra – acquisto dei cataloghi – ritorno e vendita ai clienti appassionati o professionisti dell’arte si ripeterà migliaia di volte nei successivi decenni, tra Londra, Parigi, Istambul, Madrid, Amsterdam, consolidando la fama della libreria e in parallelo orientando l’impresa alle edizioni d’arte e in tiratura limitata (344 volumi editi da Bocca dal 1981 a oggi) e alla pubblicazione di preziose riviste come Arte Incontro in Libreria.
E siamo all’oggi, quando Giorgio non ha smesso di andare a caccia di arte e cataloghi in giro per il mondo tra musei, fiere, aste, mentre la libreria, più volte minacciata di sfratto da precedenti amministrazioni comunali, ha appena rinnovato la concessione diretta per 12 anni fino al 2036 e gli incontri con autori e artisti e appassionati nelle dirette registrate per la rete sfiora i due milioni di visualizzazioni. Delle profezie di Giacomo Lodetti in C’era una volta il libraio, almeno una, quella sull’estinzione di un mestiere, può attendere. Lui è certamente il primo a rallegrarsene.