Abbiamo chiesto conferma all’assessore alla Cultura del Comune, Tommaso Sacchi, del completamento dei lavori entro i tempi previsti.
«I lavori di ristrutturazione e ammodernamento della Palazzina Liberty – ci dice – stanno procedendo in collaborazione con gli uffici tecnici competenti. La conclusione degli interventi è prevista entro fine anno, al termine dei quali l’immobile tornerà a essere pienamente agibile e fruibile».
C’è poi il tema del “dopo lavori”, e qui la risposta è stata più sfumata: «Gli uffici sono impegnati nella definizione di un piano di gestione dello spazio, con l’obiettivo di restituire alla Palazzina Liberty un ruolo centrale nel quartiere e nella vita culturale milanese».
Ricordando che la palazzina di Marinai d’Italia è stata chiusa nel febbraio 2022 in piena attività musicale dell’orchestra Milano Classica, è a Claudia Brancaccio, Presidente e Direttrice Artistica della Cooperativa Milano Classica che chiediamo come vede il futuro della Palazzina Liberty.
Da oltre vent’anni, Milano Classica ha abitato la Palazzina Liberty come uno dei suoi principali protagonisti. Oggi, con la riapertura dello spazio, che ruolo immaginate per voi in questa nuova fase?
«La Palazzina Liberty per noi non è solo un luogo fisico: è casa. È il luogo dove, per oltre vent’anni, abbiamo costruito una proposta musicale e culturale di qualità, accessibile e profondamente radicata nella città. Milano Classica non è solo un’orchestra: siamo anche progettisti, ideatori di format culturali, promotori di esperienze trasversali, curatori di stagioni e coordinatori di reti. In questi anni abbiamo sviluppato una forte competenza anche gestionale e organizzativa, che ci rende oggi pronti a contribuire in modo strutturato alla riattivazione della Palazzina».
Cosa significa, concretamente, “far rivivere la Palazzina Liberty”?
«Significa restituirle il ruolo di centro culturale vero, attivo ogni settimana, non solo un contenitore per eventi saltuari. Abbiamo un progetto articolato: una stagione musicale stabile, attività educative per le scuole del Municipio 4 e della città, produzioni interdisciplinari che uniscono musica, teatro, divulgazione scientifica. Ma significa anche aprire la Palazzina ad altre realtà, creando uno spazio ospitale, sostenibile, con una direzione artistica attenta ma non autoreferenziale».
Negli ultimi anni, in assenza della Palazzina, come avete continuato a operare?
«Non ci siamo mai fermati. Ogni anno organizziamo tra i 50 e i 60 eventi in sedi temporanee come il Blue Note, il Museo Popoli e Culture, Mosso Milano, Teatro Menotti, Monte Rosa 91 e molti altri. Abbiamo portato la musica nelle scuole, nei centri culturali, persino nei cortili. Abbiamo proseguito nella nostra missione di creare cultura di prossimità, coinvolgendo artisti, famiglie, insegnanti e studenti. Nonostante l’assenza di una sede, abbiamo scelto di restare presenti».

Uno degli ultimi concerti dell’Orchestra Milano Classica alla Palazzina Liberty – Ph Anna Brambilla
Che cosa chiedete all’Amministrazione?
«Solo una cosa: che si riconosca il valore della continuità. Non chiediamo un diritto acquisito, ma crediamo che chi ha reso viva la Palazzina per oltre vent’anni debba poter essere parte del suo futuro. Siamo molto ottimisti che l’Amministrazione voglia proseguire nel confronto già avviato in modo costruttivo sul destino della Palazzina Liberty, coinvolgendo Milano Classica, che ha costruito nel tempo un legame profondo e attivo con quello spazio. Non parliamo semplicemente della possibilità di tornare con qualche data in cartellone: parliamo della volontà di contribuire, in modo strutturato e responsabile, alla programmazione e alla gestione della Palazzina. Questo, ovviamente, nel rispetto delle linee guida pubbliche e del ruolo delle altre realtà del territorio e del Comune stesso. Siamo pronti a immaginare modelli flessibili e condivisi, nei quali enti pubblici, associazioni e soggetti culturali con esperienza possano collaborare in modo trasparente per fare della Palazzina un centro culturale vivo, accessibile e sostenibile».
Il quartiere vi sostiene?
«Sì, e ci fa molto piacere. Continuiamo a ricevere messaggi da residenti del quartiere, insegnanti delle scuole di zona, associazioni locali che abbiamo sostenuto in passato, che ci chiedono: “Quando tornate alla Palazzina?” È un segnale forte. La cultura non è solo produzione artistica, è relazione con il territorio. E noi, in questo, siamo sempre stati presenti».
Avete già delle prospettive concrete per il futuro?
«Sì. Quest’anno Milano Classica è di nuovo tra i soggetti sostenuti dal Ministero della Cultura (FNSV), come avviene da oltre trent’anni. La realtà è solida e non vede l’ora che la Palazzina possa tornare a far parte del proprio progetto culturale per il triennio in corso. Ora aspettiamo solo che si concludano al più presto i lavori. Poi servirà una sola cosa: la volontà di costruire insieme».