Nel fumo di Ebe
di Giovanni Chiara – Ed. QUATTRO
La precognizione, fenomeno troppo casuale per essere oggetto di indagini approfondite, è il filo conduttore di questo noir che, mediante l’espediente narrativo, attraversa il mondo opaco della veggenza, contenitore di truffe e costrizioni sessuali.
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La precognizione, fenomeno troppo casuale per essere oggetto di indagini approfondite, è il filo conduttore di questo noir che, mediante l’espediente narrativo, attraversa il mondo opaco della veggenza, contenitore di truffe e costrizioni sessuali. È il protagonista, a cogliere i messaggi del precognitivo da quando, ancora bambino, all’isola d’Elba dove si trovava in vacanza, ha visto decapitare una tartaruga marina, ed è stato colto da una violentissima febbre nel corso della quale ha sognato un veliero che navigava fra volute di fumo, lo stesso veliero che l’indomani si è materializzato nella baia, davanti alla finestra della sua camera: la nave scuola Ebe.
Da allora il “dono-non dono” ha accompagnato la sua esistenza di uomo ipersensibile con manifestazioni sporadiche, ma sempre più legate a una accentuazione del “sentire” l’arrivo della morte.
Dopo i rovesci della vita affettiva e lavorativa, ormai in gravi difficoltà economiche, dalla propria ridotta di povertà situata in un quartiere popolare della vecchia Milano, decide per sopravvivere di improvvisarsi sensitivo, confidando sul proprio intuito, sulle capacità psicologiche, sulle leggi dei grandi numeri e sulla dabbenaggine altrui.
Saranno le esistenze degli altri a stanarlo, in una vicenda di vita e malavita nella quale il suo “respirare” l’imponderabile si incrocia con le sorti di tre gatti, animali reali e nello stesso tempo critiche antenne amplificatrici dell’anima degli umani.