Oggi siamo nello studio degli architetti Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, autori, con il loro studio Barreca & La Varra, e gli studi Snøhetta, Cino Zucchi Architetti s.r.l., Stantec S.p.A. e la Fondazione Housing Sociale, del progetto urbanistico e architettonico per l’area dell’ex macello, denominato ARIA, di cui vi abbiamo parlato più volte su QUATTRO.
Gianandrea Barreca, nato a Genova nel 1969 e Giovanni La Varra, nato a Milano nel 1967, hanno accettato di illustrarci le principali caratteristiche del masterplan di cui, in questo momento, è in corso la progettazione, dopo l’aggiudicazione del concorso di Reinventing cities avvenuta nel 2021.
Entriamo subito nel vivo: qual è il senso generale del progetto e in quale fase siamo attualmente?
Premettiamo che questo progetto s’inserisce in un’area molto estesa e interessante tra un quartiere consolidato facente pienamente parte della città – il quartiere Calvairate – e una parte invece della città della produzione, con una presenza estesa di edifici di archeologia industriale molto belli e particolari, in una città che ha perso gran parte del suo patrimonio di archeologia industriale. Questo è uno dei pochi posti dentro il corpo vivo della città in cui questi edifici vivono e una parte importantissima della riflessione di progetto in fase già di concorso fu quella di mantenerli anche un po’ al di là delle prescrizioni della Soprintendenza.
In questo momento la nuova fase progettuale è finalizzata alla verifica delle idee rappresentate nel concorso rispetto alle molte normative vigenti. Il loro adattamento richiede molto modifiche che però non hanno impattato con le idee di fondo complessive. Pertanto rimane l’impianto costituito dal nucleo centrale degli edifici storici, nei quali verranno collocate le attività dello IED e il cui progetto architettonico è affidato a Cino Zucchi. Si tratta dell’area posta a nord-ovest del complesso, sul retro delle palazzine liberty. A cornice di questo nucleo, in un’area a forma di L lungo i lati sud (viale Molise) ed est (via Lombroso) vi sono i complessi residenziali, che si estendono anche nell’area dell’ex mercato avicunicolo a sud di via Lombroso. Le residenze saranno divise tra una quota maggioritaria di ERS (Edilizia Residenziale Sociale) e altre soggette al libero mercato.
Sono previste altre attività e zone predisposte per le attività commerciali?
La grande galleria del macello, simbolo del progetto (e di QUATTRO, ndr), e gli edifici che ad essa sono collegati saranno interamente dedicati a funzioni commerciali. Inoltre i piano terra degli edifici affacciati a nord di via Lombroso prevedono funzioni commerciali. Oltre a queste funzioni e quelle di cui abbiamo parlato prima è previsto anche un edificio da adibire a funzioni terziarie o commerciali, forse ricettive, posto all’angolo tra via Lombroso e viale Molise, ma ancora la definizione di questo volume non è stata completata. Altri due edifici, una casa delle associazioni e la “fattoria” (destinata a servizi per l’infanzia) completano l’area centrale del complesso.
Anche il verde riveste molta importanza nella pianificazioni di nuovi insediamenti; come sarà distribuito?
L’idea è stata quella di non creare una netta divisione tra aree verdi e aree costruite, ma di diffondere il verde all’interno di tutta l’area: un verde che si muove un po’ sinuoso tra le pieghe degli edifici, estensivo e invasivo, tentacolare, che in ogni ambito possibile si insinua tra gli edifici, all’interno delle corti che siano aperte o chiuse, dentro gli edifici stessi. Anche nell’organizzare il design del verde ogni progetto ha una sua sfida, l’importante è che sia coerente con la visione di futuro che ha la città, di migliorare radicalmente e continuare a fare la qualità delle relazioni tra ciò che si costruisce, ciò che c’è e ciò che c’è in mezzo: questo è l’obiettivo strategico che noi dobbiamo perseguire.
E il verde occuperà gli spazi pubblici che stiamo costruendo: delle piazze, misurate nelle dimensioni, su cui si confrontano sempre una funzione pubblica e le residenze.
Piazze vissute dai residenti e da quanti transitano all’interno dell’area lungo i percorsi di collegamento tra i vari punti di forza, come il passaggio tra le residenze e viale Molise o tra lo studentato e la fermata del Passante Ferroviario.
Quale sarà la tipologia edilizia degli edifici residenziali?
Va subito detto che la volontà è quella di non creare architetture nettamente diverse tra edilizia libera e edilizia sociale per evitare di creare edifici di seria A e altri di serie B con le conseguenze sociali che questo comporta. Oltretutto l’ERS, occupando la maggioranza dei volumi, non potrà che dettare la linea generale. Grande attenzione al tema dei balconi, divenuto dirompente con la pandemia. La volontà è quella di garantire la presenza di aree esterne a tutti gli appartamenti, come nel progetto, sempre ERS, che il nostro studio ha ideato nel complesso ex Boero a Genova. Questi temi li abbiamo già messi in campo tempo fa, prima del covid; il covid ha solo implementato queste esigenze già in nuce nella città da tempo, grazie anche alla presenza dei nuovi cittadini, ad esempio studenti che vengono a studiare qui o sono andati in giro per il mondo, e cercano qui elementi della cultura abitativa di altri Paesi, come il godimento nello stare seduti su una terrazza o una loggia. Anche il Bosco Verticale (progettato da Barreca e La Varra insieme a Boeri, ndr) ha, come dire, aperto, messo il piede in uno spiraglio spalancando una porta per il cambiamento della città.
Impossibile non parlare della galleria del macello e delle soluzioni architettoniche previste
È ancora presto per dirlo. Nel masterplan di concorso è prevista la chiusura di tetto e pareti con vetrate per creare una sorta di serra. Ma per sapere cosa esattamente succederà occorre prima di tutto fare degli studi sulla statica e le strutture dell’edificio. Inoltre bisognerà capire se vi è l’intenzione di creare un ambiente riscaldato, cosa che richiederebbe la realizzazione di impianti importanti. Non va escluso che possa rimanere uno spazio totalmente aperto. Sicuramente, con il suo valore monumentale, sarà il fulcro dell’area.
In quartiere ci sono grandi aspettative e richieste di conoscere i tempi di realizzazione, anche nella prospettiva di venirci ad abitare…
Certamente l’area IED sarà la prima nella quale inizieranno i cantieri e, quindi, sarà la prima ad aprire. Per tutte le altre aree è ancora troppo presto per poter indicare una data di fine lavori; tenete presente che abbiamo da poco consegnato la proposta finale di Piano attuativo su cui adesso stanno lavorando gli uffici comunali che potranno chiedere modifiche. Poi verrà la fase della progettazione degli edifici e del conseguente iter.
Tempi quindi non così brevi per un intervento comunque molto esteso e impegnativo, ma l’ottimismo sembra non mancare!