Quando si parla di Ponte Lambro, ma il discorso può valere anche per altre periferie, lo si fa sempre per citare l’abbandono del quartiere o per raccontare l’ennesimo allagamento. Tale rappresentazione di Ponte Lambro è però parziale e mostra solo il lato oscuro del quartiere dimenticando che in questo buio ci sono tante realtà che tentano di portare un po’ di luce.
Ne abbiamo avuto un esempio con la Festa di Quartiere del 28 e 29 settembre scorsi, organizzata dalle realtà del territorio con il supporto del Municipio 4 e con la collaborazione di Outside Sport and Fun. Tante le proposte al Giardino Serrati: tornei sportivi, attività creative, letture per i più piccoli e anche un angolo dedicato allo scambio di vestiti. Sono poi state organizzate iniziative in tutto il quartiere, come la realizzazione di un murales dedicato a Gianluca Viali realizzato dai ragazzi di Spazio Ponte, la Conferenza sulla Disabilità presso il CAM di via Parea e la passeggiata per il quartiere sulle tracce delle vecchie lavanderie.
Tra le realtà che hanno animato questa due giorni troviamo il Laboratorio di Quartiere Ponte Lambro, una preziosa presenza che, tra le attività svolte, organizza passeggiate naturalistiche al Parco Vittorini, iniziative ecologiche con le Vedette del Decoro e AMSA, e corsi di italiano per stranieri.
Sempre attiva sul quartiere troviamo poi Uniponte, associazione di promozione sociale nata nel 2021 dalla volontà di alcuni giovani – all’epoca tutti studenti – di colmare un vuoto per quanto riguarda le attività e i servizi dedicati alla fascia 18 – 25 anni. In realtà il nucleo iniziale era nato come gruppo informale a inizio 2020, quando i giovani si misero a collaborare con le altre realtà della zona per aiutare le famiglie in difficoltà durante la pandemia. È stata proprio questa spontaneità, questo moto dal basso, questo essere in un gruppo di pari dove tutti sono allo stesso livello a suscitare un grande interesse tra le persone, interesse che è rimasto anche quando si è deciso di formalizzarne l’impegno in un’associazione. Superata la prima fase della pandemia infatti, i ragazzi e le ragazze hanno deciso di strutturare le attività e allargare la propria base, con l’obiettivo iniziale di organizzare iniziative culturali, dibattiti, cineforum e altre attività dedicate ai più giovani nel quartiere. Col tempo però l’associazione ha scelto di puntare sempre di più sulla costruzione di un senso di cittadinanza attiva, provando a coinvolgere le persone, giovani in primis, a prendersi cura della propria comunità. Questo anche per andare a colmare i vuoti istituzionali, veri o percepiti che siano, e l’isolamento del quartiere. Per questo si sono impegnati in progetti sociali pensati per andare incontro alle esigenze dei cittadini più in difficoltà, come accompagnare gli anziani dal medico di base nel caso in cui l’ambulatorio si trovi, come sempre più spesso capita, fuori Ponte Lambro.
Oltre a occuparsi delle persone, Uniponte ha deciso di prendersi cura anche degli spazi, organizzando in collaborazione con Amsa pulizie collettive del quartiere: il loro leitmotiv è quindi la convinzione che il quartiere sia di chi ci abita e che di conseguenza bisogna prendersene cura. A dare a Uniponte una sede fisica ci ha pensato il CAG (Centro di Aggregazione Giovanile) di Ponte Lambro, che li ospita nella proprio sede di via Parea. Tutte le attività di Uniponte sono ovviamente autofinanziate, in parte grazie alle iscrizioni (ad oggi all’incirca una quarantina) e in parte alle quote di partecipazione ai tanti eventi che organizzano. Una delle iniziative più partecipate, sintomo di una convivenza armoniosa tra culture diverse, è stata la festa di fine ramadan. Un grande successo, dove l’intero quartiere ha potuto celebrare un momento così importante per la comunità musulmana.
Certo, non è tutto oro quello che luccica, per attivare le persone infatti serve insistere, soprattutto per i più giovani, ma tirate le somme di questi primi anni di vita la soddisfazione è tanta. Forse storie come queste possono aiutare a dare vita a una contro-narrazione positiva di Ponte Lambro, dando spazio non solo alle criticità, ma anche a tutte quelle realtà piccole o grandi che siano che tentano di arginarle impegnandosi per prendersi cura del quartiere, coltivando giorno per giorno un senso di comunità che col tempo si è andato sempre più affievolendo.