Mettete un gruppo di cinque amici del liceo, una passione comune per il calcio e la volontà di realizzare qualcosa che gli permettesse di non perdersi di vista. Questi sono alcuni degli ingredienti che hanno dato vita a quello che loro stessi descrivono come “esperimento vivente” dell’Asd Virtus Romana.
Come ci racconta Francesco Pisani, il presidente dell’associazione (curiosamente l’unico di tutto il gruppo che non gioca a pallone, ndr), l’idea di fondare una squadra è nata quasi per caso in un bar una sera di maggio. La scintilla è scattata dal desiderio di creare qualcosa che, una volta finita la scuola, mantenesse vivo il legame con i compagni di classe e permettesse di tornare a giocare insieme agli amici di una vita, anche quelli che il tempo aveva allontanato. Un’idea che ha immediatamente raccolto un grande successo.
Così, in tempo record, quella che era solo un’idea appena abbozzata è diventata una squadra a tutti gli effetti che oggi gareggia con ottimi risultati nel girone A del campionato di terza categoria FIGC. Il tutto senza mai perdere quello spirito di fraternità che è sempre stato il motore immobile dietro a questo progetto. Tutti, infatti, ognuno in base alle proprie disponibilità e indipendentemente dal ruolo dentro l’associazione, hanno dato una mano a concretizzare il progetto e a superare tutti gli ostacoli burocratici che si sono presentati sul loro cammino.

Da sinistra, prima fila: Tommaso-Francesco-Mattia; seconda fila: Elia-Federico-Luca

La Virtus Romana è diventata quindi anche l’occasione per mettere in campo quelle competenze che i ragazzi si stanno costruendo con lo studio. Chi si è messo a disegnare il logo della squadra – che riprende l’arco di Porta Romana –, chi si è occupato di trovare il notaio e il commercialista, chi ha indossato la divisa da mister, passando per chi gestisce i profili social del team.
Il primo problema è sicuramente stato trovare un campo dove potersi allenare. Dopo averne girati diversi in tutto il municipio 4, la Virtus Romana ha alla fine scelto di appoggiarsi al campo del Calvairate. Un luogo che i ragazzi conoscono bene, visto che diversi membri della Virtus hanno iniziato a giocare a pallone proprio su quell’erba sintetica.
Un altro grande scoglio è stato poi quello del finanziamento. Coprire le spese non è facile, ma i ragazzi non si sono certo fatti prendere dallo sconforto. Tra la donazione versata come autofinanziamento dai giocatori, i biglietti venduti agli spettatori che vengono a fare il tifo, il merchandising, con magliette e felpe, e perché no anche in futuro degli sponsor – a proposito, ci sono interessati? –, l’Asd Virtus Romana è riuscita alla fine a far quadrare i conti.
Ad oggi l’associazione conta 25 giocatori, e ci tengono a sottolineare che a rotazione giocano tuti, più lo staff, anche questo tutto di giovanissimi che hanno deciso di mettere a disposizione della quadra le loro competenze, tutti o quasi provenienti dal quartiere.
La squadra si riunisce due volte alla settimana per allenarsi in vista della partita di domenica pomeriggio. La cronaca degli incontri viene raccontata sul loro sito rigorosamente alla fine di ogni match dalla penna di Tommaso, studente di comunicazione, nonché uno dei soci fondatori della Virtus.

Oltre alla passione per il calcio, i ragazzi sono anche molto legati al loro quartiere tanto che la Virtus, ci dicono non senza una punta di orgoglio, è stata la prima squadra di Porta Romana. Non solo sport però, i ragazzi vorrebbero anche rendere l’associazione sportiva un punto di riferimento per il quartiere, prendendosi cura della zona anche in collaborazione con altre realtà già attive sul territorio.  Non sappiamo dove li porterà questa avventura, ma una cosa è certa: i ragazzi della Virtus Romana hanno tutta l’intenzione di lasciare il segno, dentro e fuori dal campo.
E a giudicare dalla loro passione, questo è solo l’inizio di una storia che merita di essere seguita.

Luca Bellinzona

 

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