Abbiamo qualche aggiornamento su WOW Spazio fumetto, rispetto al nostro articolo di aprile scorso, grazie a una Commissione comunale e municipale dedicata al tema, in cui abbiamo potuto sentire le posizioni sia dell’assessorato (presenti l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e il direttore dell’Area biblioteche, Stefano Parise), sia del presidente della Fondazione Fossati, Luigi Bona.
Il tema è noto: è scaduta la concessione dei locali e non è stata rinnovata a WOW Spazio fumetto perché la Fondazione risulta debitoria di circa 160mila euro per mancati pagamenti del canone annuo dovuto al Comune.
Il dottore Parise nel suo intervento è stato molto chiaro su questo. Ripercorrendo la storia della concessione, firmata ad aprile 2011 della durata di 8 anni rinnovabile per altri 8 (il rinnovo poi è stato di 6 anni), ha esposto le cifre del canone – circa 30mila € rivalutati annualmente in base agli indici Istat – , dei contributi versati dal Comune per le attività culturali extra svolte da WOW, delle spese sostenute dalla Fondazione per lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria dell’edificio, arrivando comunque alla conclusione che c’è un debito da saldare. La situazione però non è del tutto compromessa: «Sono in corso interlocuzioni per cercare di sanare questa situazione di morosità – ha detto Parise -. C’è anche un’ipotesi di lavoro, di accordo transattivo che prevede da parte della Fondazione Fossati la cessione a favore del Comune di una parte delle collezioni che costituiscono il patrimonio della Fondazione, a copertura del debito contratto con l’Amministrazione in maniera che, a fronte della pubblicazione di un nuovo bando, cosa che l’Amministrazione intende fare in tempi rapidi. Questo consentirebbe alla Fondazione Fossati di partecipare a questa nuova gara».
Una notizia positiva, quindi, ripresa da Luigi Bona che, oltre ai presenti, ha ringraziato l’Avvocatura del Comune di Milano cha ha individuato quella soluzione: «Il nostro avvocato e l’Avvocatura stanno vedendo tutte le virgole per chiudere questo accordo e nei prossimi giorni la cosa verrà risolta anche nelle virgole e noi non saremo più debitori verso il Comune di Milano e potremo partecipare al prossimo bando per ripresentare non qualcosa di nuovo, ma semplicemente andare avanti su quello che abbiamo fatto fino a oggi e che ci viene riconosciuto». Per i consiglieri presenti Bona ha illustrato l’attività culturale di WOW Spazio fumetto svolta in tutti questi anni, le attività didattiche, le 200 mostre, molte ad ingresso gratuito, la funzione di presidio culturale e le collaborazioni nazionali e internazionali.
Nel suo intervento, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi si è dichiarato molto toccato dalla situazione così critica e dolorosa, anche sotto un profilo culturale, dovuta all’impossibilità da parte del soggetto concessionario di ottemperare a degli obblighi economici disciplinati dal contratto di concessione, scaduto il 31 marzo. Che cosa ha fatto allora l’assessorato? «Come sempre in questo tipo di situazioni critiche – ha detto l’Assessore -, abbiamo ricostruito quelle finestre in cui l’amministrazione ha dato la possibilità al soggetto concessionario di mettersi in pari con proposte di rientro economico. Negli incontri fatti ho cercare anche di disegnare una strada positiva di uscita da questa situazione critica. (…) Un ringraziamento sincero all’Avvocatura comunale perché ha capito la criticità e la profondità di questa situazione, quanto la città stessa, figure della Giunta e del Consiglio che si sono interessate direttamente come parte politica tenessero a una soluzione quanto più pacifica e positiva di questa situazione. (…) L’Avvocatura ha incontrato direttamente i concessionari insieme al Direttore competente e a me come Assessore alla Cultura, e ha cercato veramente di leggere nelle more del contratto quelle che potessero essere delle modalità, opportune e legittime per rimettere il soggetto concessionario nelle condizioni di poter gareggiare in futuro, ma anche di risolvere una situazione critica con la città e con l’Amministrazione. Non c’è nessun elemento di insoddisfazione o di critica alla gestione sotto il profilo contenutistico e culturale, ma è puramente un tema tecnico sotto il profilo amministrativo che ha portato, nostro malgrado, ad una situazione critica».
La soluzione che anche noi auspicavamo.