GIALLOQUATTRO

Giovanni Chiara

Il commissario Gualtieri non investiga, batte le vie della nostra zona e della città rincorrendo gli autori di quei “piccoli” reati, per lo più predatori, che maggiormente preoccupano la gente comune, ma che politici e magistrati intendono trascurabili e perciò meritevoli di ogni ammortizzatore giudiziario.
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Il commissario Gualtieri non investiga, batte le vie della nostra zona e della città rincorrendo gli autori di quei “piccoli” reati, per lo più predatori, che maggiormente preoccupano la gente comune, ma che politici e magistrati intendono trascurabili e perciò meritevoli di ogni ammortizzatore giudiziario. Sicché lui, che pure ci fatica, in capo a poche ore si ritrova a doverne daccapo fronteggiare gli autori, disincantato e lontanissimo dal politically correct, con la consapevolezza più che documentata che nella vita reale è sempre il Male a vincere sul Bene.
In questo Gialloquattro, i personaggi sono certo “letterari”, ma ispirati a persone autentiche, più un paio di presenze autentiche davvero e descritte tal quale come il gatto Nick e il borseggiatore seriale Pedrito, che si chiamava in tutt’altro modo e che è stato una presenza assidua nella carriera quarantennale del padre dell’autore, che era poliziotto e che si è sentito in dovere, ormai in età, di andare a porgere le condoglianze alla famiglia quando ha saputo della morte del proprio vecchio e affezionato “cliente”.

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